Il Centro Scaligero degli Studi Danteschi e della Cultura Internazionale da anni segue tutte le forme d’arte che ruotano attorno alla Divina Commedia. Molti artisti negli anni hanno tratto ispirazione dell’opera di Dante, quadri di grande impatto emotivo.
La “Divina Commedia” di Achille Incerti, forse unico e imponente caso di trasposizione completa (e non limitata a singoli episodi o canti) del poema dantesco, ne rappresenta un’interpretazione autentica, capace di rendere, accanto al suo significato letterale, anche il suo substrato simbolico.
Incerti intende la pittura come forma di comunicazione del proprio io e, allo stesso tempo, come mezzo di partecipazione al dibattito politico: come Dante nella Commedia, anche il pittore si dimostra essere un profondo conoscitore dell’epoca a lui contemporanea; i singoli episodi, narrati o dipinti, non costituiscono quindi solo una chiara denuncia dei limiti e delle aberrazioni del presente, ma diventano spunto per portare avanti un discorso generale ed eterno. Dice Incerti: "Ho dipinto la Divina Commedia con l’intenzione di darne una interpretazione moderna; come se un uomo di oggi intraprendesse il viaggio che fece Dante tanti secoli fa".
Ecco quindi che il "suo" inferno si popola di cannoni, bombe e armi di distruzione di massa. L’uomo, soverchiato dalla sua fama di ricchezza e di potere, soccombe, piccolo come un moscerino, al potere del Maligno, a cui si è coscientemente abbandonato. I colori e le forme dell' "Inferno" - crude e taglienti atmosfere tutte in bruno e rosso, armi, sbarre e lame - impongono lo stigma di una violenza esclusivamente e squisitamente umana,minventata dall'uomo per l'uomo e riciclata a suo eterno danno.
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